La piscina di Villa A si presentava come una classica vasca in biscazza azzurra a sforo su tre lati. Il committente, con l’intento di stabilire un rapporto diretto tra l’edificato e la vasca annessa, richiede di ripensare la piscina attraverso il suo rivestimento, in modo da poter costituire un dialogo tra interno ed esterno.

Il progetto si sviluppa dunque, con l’obbiettivo di integrare la piscina al materiale primario presente nelle facciate dell’edificato: il Cardoso.

La consistenza visiva di questo materiale viene riproposto nei bordi della piscina, stabilendo un quadro che riprende le cornici lapidee. La pavimentazione in cotto viene sostituita dal grès sui toni del grigio. Questo nuovo piano orizzontale oscuro si ripropone all’interno della vasca, dove le piastrelle fungono anche per mantenere il calore diurno, riscaldando naturalmente l’acqua nel corso dei mesi estivi.

Per dare consistenza all’intervento monocromatico si posano, sul lato posto al confine del lotto, una serie di piccoli volumi altalenanti che fungono da sdraio all’uscita della vasca. Questa linea concettuale chiude la cornice della villa sul lato del confine, dilatando le prospettive del lotto.